Tornando a Celestino V, cito le testuali parole di Mons. Filippo Murri: "L'abdicazione di Celestino V al pontificato fu per tanti occasione delle più strane e sciocche interpretazioni, nonchè di affermare l'invalidità dell'elezione al Pontificato di Bonifacio VIII, quasi questi l'avesse costretto a tale atto. In tale pericoloso frangente il nuovo pontefice per evitare uno scompiglio e uno scisma nella Chiesa, vedendo che da tutte le parti si facevano visite al Santo nella Grotta del Morrone, pregò il re di Napoli di mandarglielo a Roma.
Ma Pietro Celestino, saputo questo, si diede alla fuga imbarcandosi sul mare Adriatico; però un evento contrario gli impedì di proseguire il suo viaggio e lo costrinse ad approdare a Vieste (Foggia). Di qui fu condotto dal papa che allora si trovava ad Anagni. Nel tempo che fu nel palazzo del Pontefice, Celestino V, trattò spesso con lui, indi si ritirò nel castello di Fumone (Frosinone), come volle Bonifacio VIII. Quivi passò il restante della sua vita con due monaci, che gli tenevano compagnia. Morì il 19 maggio 1296, il fosco quadro trasmessoci di una prigionia crudele e disumana fu semplicemente invenzione dei nemici di Bonifacio VIII".
Ma Pietro Celestino, saputo questo, si diede alla fuga imbarcandosi sul mare Adriatico; però un evento contrario gli impedì di proseguire il suo viaggio e lo costrinse ad approdare a Vieste (Foggia). Di qui fu condotto dal papa che allora si trovava ad Anagni. Nel tempo che fu nel palazzo del Pontefice, Celestino V, trattò spesso con lui, indi si ritirò nel castello di Fumone (Frosinone), come volle Bonifacio VIII. Quivi passò il restante della sua vita con due monaci, che gli tenevano compagnia. Morì il 19 maggio 1296, il fosco quadro trasmessoci di una prigionia crudele e disumana fu semplicemente invenzione dei nemici di Bonifacio VIII".
(Tratto dal Bollettino Arcidiocesi dell'Aquila S. Pietro Celestino V, Vademecum per un Centenario 1994 pag.11)
Comunque crudele o no, sempre di prigionia si trattò e vorrei anche aggiungere, che il voler cambiare le carte dopo averle giocate e trasformare quindi a proprio favore, certi eventi storici scomodi è tipico del Vaticano, infatti è stata adottata questa modalità, in moltissime altre situazioni, per lo più risalenti al medioevo. Sull'entrata della Rocca di Fumone, possimo vedere la targa, in ricordo della croce votiva, deposta dal papa Paolo VI, nel 1966, in memoria della prigionia e della morte di Celestino V. (foto in alto a destra)